Business Continuity
La "continuità
operativa", nota come "Business
Continuity", rappresenta la strategia aziendale per
far fronte a possibili eventi negativi che dovessero
compromettere gravemente l'operatività quotidiana. Si tratta
di far fronte a eventi dannosi (disastri, furti, attacchi,
ecc.) possibili, anche se non frequenti.
La risposta a tali eventi negativi è il
Piano di continuità operativa (Business
Continuity Plan o
BCP).
La pianificazione della continuità
operativa rappresenta quindi un processo
globale che mira a identificare le possibili minacce al
business, le contromisure da adottare, la predisposizione di
procedure di eccezione (inclusa l'organizzazione e la sua
formazione), la verifica della validità di tali misure
(test) e il miglioramento del piano in base ai risultati e
ai cambiamenti possibili (interni ed esterni).
La pianificazione della continuità
operativa ha rilevanza economica non trascurabile (si pensa
che le grandi imprese spendano da 2% al 4% del proprio
budget IT nella gestione del Disaster Recovery). Essa
riveste perciò rilevanza strategica ed è descritta da
metodologie che fanno riferimento a standard in materia (BS 25999).
IT Service Continuity
Nell'ambito della gestione della
continuità operativa, la parte relativa ai servizi
informatici è detta "IT Service
Continuity" o più frequentemente nota come "Disaster Recovery
Plan (DRP)".
Essa è quindi un sottoinsieme del BCP ed è di questo che ci
si occupa in particolare in questa sezione del sito.
Tra gli eventi più importanti che possono
colpire le infrastrutture tecnologiche e bloccare
l'operatività, si elencano:
-
Blackout elettrico;
-
Incendio, allagamento,
crollo;
-
Attacco virale massiccio
(disturbo, worm, denial of device);
-
Attacchi logici e di
hacker (su interfaccia, applicazione, dati,
server) per intercettare, dedurre o
sottrarre dati riservati (riservatezza), per
disturbare (disponibilità dei servizi) o
fare dello spamming;
-
Attacchi fisici (furto,
danneggiamento);
-
Caduta del sistema
(server, apparati di rete o servizio), di
natura hardware o software;
-
Altri eventi distruttivi
quali terremoti o altre catastrofi naturali.
Linee guida del CNIPA (DigitPA)
In caso di incidente, devono essere
avviate procedure sostitutive a quelle ordinarie. Le linee
guida emanate da CNIPA (oggi DigitPA) per tali eventi
prevedono procedure che indirizzino i seguenti componenti:
-
Crisis and Incident Management:
assicura la gestione dello stato di crisi e
la risposta ad incidenti nel caso in cui si
verifichi un evento negativo (capace di
compromettere la continuità operativa);
-
Continuity Management: assicura la
continuità dei processi durante e dopo
un'emergenza attraverso procedure
alternative (anche manuali) a quelle
ordinarie;
-
Disaster Recovery Management:
assicura il ripristino (anche parziale)
delle infrastrutture tecnologiche a supporto
dei processi di business;
-
Business Recovery Management:
assicura il ripristino dei processi di
business dopo l'emergenza e il ritorno alla
normalità.
Ciclo di vita del BCP
La costruzione del Piano di continuità
operativa, per la parte relativa ai servizi IT, segue un
processo il cui ciclo prevede le seguenti fasi:
-
Business Impact Analysis (BIA): in
questa fase si analizzano i processi
aziendali e si identificano quelli "vitali"
per il business ("core business"), si
identificano i possibili eventi negativi e
il loro impatto sulla continuità operativa;
-
Business Continuity Management (BCM) Design:
la fase prevede la progettazione e la
pianificazione del sistema capace di
assicurare la continuità operativa dei
processi selezionati; la progettazione
riguarda l'organizzazione, i processi, le
procedure e gli strumenti necessari;
-
Business Continuity Management (BCM)
Implementation: la fase prevede
l'implementazione del sistema progettato
facendo particolare attenzione agli aspetti
di comunicazione e sensibilizzazione del
personale coadiuvata da opportuna
formazione;
-
Business Continuity Management (BCM)
Monitoring: in questa fase è previsto
di effettuare il monitoraggio del sistema
implementato attraverso test e simulazioni
dei piani e audit periodici specifici;
-
Business Continuity Management (BCM)
Maintenance: la fase prevede
l'evoluzione del sistema in base ai
riscontri (feedback) ricevuti dal
monitoraggio e da eventuali nuovi requisiti
interni ed esterni ricevuti nel frattempo.
Standard e normative di legge
La gestione della continuità operativa è
trattata da
Standard BCM e
DR internazionali specifici:
-
BS 25999 "Business
Continuity", lo standard inglese di
riferimento divenuto la base per le
successive norme in materia emanate dalla
ISO;
-
ISO 22301, "Societal
security - Preparedness and Continuity
Management Systems - Requirements",
rappresenta lo standard ISO sul tema;
perfettamente allineato con la BS 25999 da
cui prende le mosse e ne riproduce lo
schema, la norma definisce i requisiti per
la certificazione di un'organizzazione;
-
ISO 22399,
"Social security - Guidelines for incident preparedness and
operational continuity management".
Emessa nel 2007, lo standard descrive le "best practice" in
tema di continuità operativa (Business Continuity). Per
essere più precisi si tratta di una "Publicly Available
Specification" (PAS) che rappresenta una "indicazione di
opportunità", una linea guida alla realizzazione e
implementazione di un sistema di gestione per la continuità
operativa.
-
ISO 24762,
"Information Technology - Security Techniques - Guidelines
for Information and Communication Technology Disaster
Recovery services" pubblicato nel 2008 presenta una
serie di "buone pratiche" sui servizi di Disaster Recovery
delle infrastrutture ICT.
Le procedure sostitutive (così come quelle
ordinarie) sono aderenti a requisiti e standard sulla
sicurezza e la privacy quali, ad esempio, il Dlgs. 196/2003,
il Documento Programmatico sulla Sicurezza (DPS), le Linee
guida emanate dal CNIPA sulla Business Continuity dei
sistemi ICT per la P.A.
Procedure sostitutive
Il Piano di continuità fa dunque
riferimento esplicito alle procedure sostitutive (cioè
quelle da attivare in caso di incidente) le quali possono
essere manuali e/o automatiche e richiedono le seguenti
caratteristiche:
-
Analisi del processo;
-
Risposta ai rischi;
-
Identificazione delle
strutture di competenza (ruoli e
responsabilità);
-
Possibilità di utilizzo
di mezzi di supporto alternativi al sistema
informatico;
-
Possibilità di errore
durante l'utilizzo della procedura
sostitutiva;
-
Ripristino e
aggiornamento dei dati;
-
Collaudo della procedura
sostitutiva e formazione del personale;
-
Monitoraggio
dell'effettivo malfunzionamento o blocco
della procedura orinaria;
-
Verifica della capacità
interna di risolvere il problema.
Ogni procedura sostitutiva avrà un
responsabile (owner) e dei referenti operativi.
Il Piano di continuità operativa
Il Business Continuity Plan (BCP) è il
documento principale che descrive le modalità operative
previste a fronte di un incidente grave. Esso è redatto
secondo un modello che prevede contenuti specifici, è
approvato dalla Direzione (in quanto prevede un impatto
economico, organizzativo e procedurale). Esistono diversi
modelli; generalmente esso prevede almeno i seguenti
capitoli e paragrafi:
-
Lista di distribuzione
-
Documenti di riferimento
-
Executive Summary
-
Obiettivi del piano
-
Glossario dei termini
-
Gestione del rischio
-
Business Impact Analysis
(BIA)
-
Piano di risposta agli
incidenti: Lista di controllo per risposta
immediata (Checklist); Procedure di
evacuazione; Procedure di ripristino
(manuale); Ruoli e responsabilità; Contatti
(Key Contact Sheet); Registro degli eventi
(Event Log);
-
Ripristino (Recovery)
-
Mantenimento del piano
(include la formazione, i test e la
manutenzione delle procedure e del piano)
Il piano rappresenta un asset importante e
come tale è mantenuto aggiornato e "vivo" costantemente.